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Se ti svegli spesso con mal di testa e/o dolore ai muscoli in prossimità della bocca questo articolo potrebbe esserti d'aiuto!

Giovanni Bussu • apr 26, 2020

Potrebbe trattarsi di bruxismo: un' "epidemia" silente


Sono sicuro che hai già sentito parlare del bruxismo.

Probabilmente il tuo dentista ti ha detto che ne soffri ma non gli hai creduto, poi vediamo perché.

Ora proviamo a fare un po’ di chiarezza.  

Per bruxismo si intende il fenomeno per cui adulti e bambini tendono a serrare o digrignare i denti, durante il giorno o la notte.

I pazienti affetti non sempre ne sono coscienti.

Non esiste ancora un’evidenza scientifica chiara sulla prevalenza del bruxismo ma si stima che in Italia 1 persona su 3 soffra di questa parafunzione (per esperienza personale direi che almeno l’80% della popolazione presenta una forma di bruxismo).


Quali sono i sintomi? Quali i segni?

Le conseguenze possono manifestarsi con sintomatologie di varia intensità e gravità.

Il sintomo più comune che porta il paziente a non sottovalutare questa condizione (probabilmente lo stesso che hai anche tu se stai leggendo questo articolo) è il dolore muscolare in prossimità della bocca e/o il mal di testa al risveglio o durante tutto il giorno.

Si tratta però solo di un sintomo di allarme perché molto spesso questa fatica muscolare è accompagnata da altri sintomi e segni da non sottovalutare, dove è necessario intervenire.

Vediamone alcuni a livello dentale su questa immagine:  


I primi denti a consumarsi e appiattirsi sono quasi sempre i canini anche se i pazienti se ne accorgono solo quando l’usura affetta gli incisivi accorciandoli. 

Inoltre, i denti abrasi al colletto (come si vede nell’immagine) possono portare a sensibilità dentale e devono essere riparati con otturazioni prima che la sostanza dentale persa raggiungerà il nervo del dente, per evitare la devitalizzazione, la frattura o la perdita dell’elemento dentale. 

Altre conseguenze deleterie possono manifestarsi a carico dell’articolazione temporomandibolare, quella che fa aprire e chiudere la bocca (vedi immagine sotto). 


 Anche le mucose possono soffrire a causa di questo fenomeno; infiammazione gengivale, conseguente perdita di gengiva e lesioni alla lingua sono comuni quando si parla di bruxismo. 

Il bruxismo notturno è di solito identificato da un membro della famiglia per il suono dovuto allo sfregamento dei denti fra loro (o digrignamento). 

Ma attenzione!! Questo rumore si produce solamente nel 25% dei casi! 
E lo voglio specificare perché spesso quando inizio a spiegare al paziente che soffre di serramento dentale o digrignamento vengo subito interrotto da frasi tipo “non mi hanno mai detto che faccio rumore con i denti” o “impossibile perché dormo a bocca aperta”. 


Ma qual è la causa? 

Ti assicuro che ansia e stress giocano un ruolo fondamentale e spesso determinante! 

Gli studi più recenti tirano in ballo anche disturbi del sonno, alterazioni del sistema neurologico, assunzione di farmaci o droghe, assunzione eccessiva di alcool, caffè o sigarette. 

Il bruxismo è quindi una forma di scaricare lo stress attraverso tensioni sui denti. 

In condizioni normali i nostri denti si toccano pochi minuti al giorno: durante la deglutizione e la masticazione. 
Tutto il resto del tempo la posizione fisiologica della mandibola è a denti staccati di 1-4 mm fra loro (vedi immagine sotto) e i muscoli masticatori rilassati.

Le persone che soffrono di bruxismo stanno spesso a "denti stretti" durante il giorno o la notte, tenendo questa posizione fissa (serramento dentale) o con movimenti di scivolamento laterale o anteriore (digrignamento dentale).



COME POSSO PREVENIRE O CURARE IL BRUXISMO?

Sarò subito chiaro, il bruxismo non ha una cura permanente ma possiamo comunque fare qualcosa per attenuarlo e curare i sintomi. 

Innanzitutto è fondamentale tenere uno stile di vita sano, riposare il giusto, alleviare lo stress scaricandolo mediante l’attività fisica, limitare il consumo di caffe, sigarette e alcol (e questo è il tuo compito). 

La terapia d’elezione in caso di bruxismo è rappresentata senza ombra di dubbio dal bite di riposizionamento mandibolare. 


Questo bite (ben diverso da quelli che si trovano in farmacia!), oltre ad evitare che i denti sfreghino tra loro consumandosi, posiziona la mandibola in modo da diminuire la pressione intrarticolare. 

I bite di riposizionamento devono essere personalizzati e studiati sulla bocca di ogni paziente;
un bite universale, oltre a non avere la capacità di riposizionamento mandibolare, potrebbe aggravare la situazione.


Quando il bruxismo provoca un’eccessiva usura dentale, la terapia riabilitativa sarà prima di tipo protesico mediante intarsi e faccette per salvaguardare la vitalità dentale e per migliorarne l’estetica. 

Inoltre, l’abbassamento dell’altezza della masticazione può causare la formazione di rughe nel contorno della bocca. 
Questa terapia riabilitativa sarà poi seguita dalla costruzione di un bite da portare la notte per proteggere il lavoro svolto. 



Guarda  questo breve video animato sul bruxismo:
(imposta i sottotitoli con traduzione automatica in italiano) 

BRUXISMO E TECNOLOGIA
Recentemente è stata sviluppata da un team di esperti un'app che consente di diagnosticare precocemente questa condizione aiutando il paziente a focalizzare l'attenzione sulla bocca e attivando quindi la consapevolezza in modo tale che possa intervenire egli stesso imparando a rilassare il muscoli.
Questo strumento si chiama Bruxapp e costa poco più di 2 euro.

Questi sono esempi di alert personalizzabili che Bruxapp manderà durante tutto il giorno per aumentare la consapevolezza e immagazina tutti i dati per analizzarli nel tempo anche con il tuo dentista.

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Rispondo subito alla domanda che mi viene fatta nel 95% dei casi quando si parla di sbiancamento (sempre e solo professionale): “Lo sbiancamento danneggia i denti?” la risposta è NO! Partiamo dal presupposto che sbiancare non è una sciocchezza ma senza perdermi in spiegazioni scientifiche vorrei provare a sfatare alcuni miti sullo sbiancamento. Punto uno . Lascia perdere i rimedi della nonna o i fai da te! Questi sistemi, di cui fanno parte l’amatissimo bicarbonato e la buccia di limone possono ottenere risultati solo danneggiando la struttura dello smalto in modo irreversibile! Quindi se lo stai facendo fermati e rivolgiti ad un dentista! Questo è lo stesso ordine che do anche ai miei più cari amici o pazienti quando mi dicono molto orgogliosi che stanno sperimentando prodotti miracolosi trovati a pochi euro su internet ma la mia faccia distrugge la loro soddisfazione in pochi secondi. Punto due . La pulizia (o detartrasi) non sbianca i denti , li smacchia! Ma un conto è rimuovere macchie scure, un altro è cambiarne il colore! È però fondamentale che uno sbiancamento venga realizzato su denti puliti, senza placca ne tartaro ed è qui che la pulizia gioca il suo ruolo fondamentale. Punto tre. Gli sbiancanti sono efficaci solo su denti naturali; sconsigliati perciò in persone che hanno troppe otturazioni o corone e faccette in ceramica nel settore anteriore perché queste riabilitazioni non si schiariscono e dopo lo sbiancamento andrebbero quindi rifatte. Punto quattro. Ci sono denti che non si possono sbiancare! È raro ma purtroppo può succedere. Esistono farmaci che tingono i denti in modo permanente e in quei casi la migliore soluzione potrebbe essere quella di prendere in considerazione la riabilitazione con faccette (parleremo nei prossimi articoli di questo). In questo articolo vi parlo dello sbiancamento dentale domiciliare , da fare quindi a casa, unico metodo sbiancante che riteniamo efficace e il solo che pratichiamo nel nostro studio, niente laser, niente led! I trattamenti domiciliari hanno molti più vantaggi : prima cosa costano molto meno al paziente perché non viene occupata la poltrona per un’ora; seconda cosa il gel è molto meno aggressivo avendo la possibilità di agire nel tempo e non solo in mezz’ora di appuntamento. Lo sbiancamento domiciliare prevede l’uso di mascherine personalizzate con dei “serbatoi“ in cui si applica un gel sbiancante secondo le caratteristiche e le esigenze del paziente. Le mascherine vengono costruite in laboratorio in modo che il gel rimanga a contatto solo con i denti e mai con le gengive.
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Prevenire è meglio che curare, per questo l'attenzione odontoiatrica deve iniziare nella primissima infanzia. Spesso si sottovaluta la grande importanza dei denti da latte: molti ritengono che non meritino attenzione perchè destinati a cadere: NIENTE DI PIù SBAGLIATO! I decidui, infatti, assolvono da subito funzioni fondamentali per lo sviluppo corretto delle ossa mascellari, per la deglutizione, per la fonazione e per guidare l’eruzione e il posizionamento dei denti definitivi, mantenendo l’idoneo spazio in arcata. La cura dei denti da latte è un aspetto determinante per la salute orale e per una crescita armonica del bambino. Se dovessero cadere troppo presto o essere troppo cariati o danneggiati, gli altri denti da latte si muoverebbero, restringendo lo spazio necessario per far erompere i denti definitivi, spazio recuperabile unicamente più tardi mediante apparecchi ortodontici . È dunque fondamentale la prevenzione primaria per evitare lo sviluppo delle carie nei denti da latte, come in quelli definitivi, che sta in una corretta igiene orale fin dai primi anni di vita. Bisogna abituare il bambino al concetto di "lavare i denti" come se fosse un gioco o un compito, aiutandoli e controllando il buon risultato. La visita odontoiatrica in questa fase è indispensabile non solo per diagnosticare carie nei dentini ma anche per intercettare precocemente anomalie di forma e funzione che possono evitare malocclusioni future. Il primo approccio con il dentista, più che una vera e propria visita, dovrebbe essere un incontro per imparare a familiarizzare con l'ambiente odontoiatrico. Sarebbe corretto dunque portare il bambino dal dentista fin dal primo anno di vita. Lo Studio dentistico Bussu consiglia la prima visita attorno ai 4 anni di età per controllare i denti decidui (da latte) e monitorare la crescita di tutto il complesso cranio-facciale per evitare malocclusioni, assimetrie e abitudini errate.
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Esistono i cosiddetti cibi " ANTICARIOGENI " che aiutano a contrastare la formazione della carie. Sono cibi da preferire a conclusione del pasto o come spuntini fuori casa. Abbinati ai cibi cariogeni ne riducono gli effetti dannosi aiutando a neutralizzare l'acidità! Qui sotto trovi 5 alimenti protettori contro la carie; sono certa che il N°1 non te lo aspetti! 1. CACAO AMARO Udite, udite: il cacao amaro coniene sostanze antibatteriche naturali. Consumando cioccolato fondente all'80% si può ridurre il rischio di carie. 2. CHEWING GUM SENZA ZUCCHERO Lo Xilitolo , presente in questo prodotto, esercita un' attività antibatterica . La masticazione del chewing gum favorisce la produzione di saliva e la rimozione di resti alimentari. Controlla ora se le tue chewing gum preferite contengono zucchero, potrai rimanere stupito! 3. LATTICINI Latte, formaggio e yogurt sono un'ottima fonte di calcio , che aiuta a rinforzare lo smalto dentale. 4. VERDURE Verdure come carote e finocchi sono ottime consumate crude perchè: 1) hanno un' azione detergente in quanto richiedono una masticazione accurata 2) abbondano di sostanze protettive cioè di vitamine e sali minerali 5. MELE Le mele contengono Flavinoidi , capaci di inibire la proliferazione dei batteri nel cavo orale. Inoltre aumentano la produzione di saliva , aiutando a neutralizzare i batteri che causano la placca. PRENDITI CURA DELLA TUA BOCCA!
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